Perchè la profilassi antimalarica diventa inutile.
La cura preventiva per la malaria, per i turisti che
frequentano il Kenya, è ormai superata. Le importanti conquiste scientifiche
che il Kenya per primo ha sperimentato, più di dieci anni fa, stanno dando i
loro frutti con numeri che premiano la costanza della sanità nazionale e la
spinta decisiva dei ricercatori e di luminari da più di vent'anni impegnati su
questo fronte. "Ormai non soltanto è più dannosa, ma anche meno sicura
delle nuove medicine che si prendono solo nel caso la malaria sopraggiunga - spiegano
- il combination treatment, in dotazione presso tutte le farmacie keniote, è
sicuro e per chi non vive vicino a una struttura sanitaria che possa verificare
l'esistenza della malaria, è possibile anche dotarsi di un test per
controllarla da sè. Come per il test di gravidanza, c'è un metodo efficace che
sostituisce il vetrino". Quindi ci si sente di consigliare a chiunque si
voglia recare in Kenya, di evitare la profilassi antimalarica che, oltre a
garantire una copertura parziale dal virus, non fa bene al fegato ed è meno
economico delle medicine che si vendono in loco. Si fa fatica, per abitudine, a
pensare che uno stato africano sia dotato di medicinali migliori di quelli che
si possono trovare in Italia, ma in realtà essendo quella contro la malaria una
delle principali battaglie condotte negli ultimi dieci anni dai medici di
Nairobi, il Kenya oggi si può dire all'avanguardia nel mondo, grazie alla
combinazione di farmaci tradizionali e altri (quelli contenenti artemisina) che
hanno la doppia azione di debellare la malattia e bloccare la diffusione del
virus, sterilizzando le zanzare anofele ed impedendo così la loro riproduzione.
Quindi niente profilassi e, una volta giunti in Kenya, recarsi in una farmacia
ed acquistare il kit per la malaria. Con una spesa di dieci euro e con una
durata media di cinque anni, prima della scadenza. Ottimo da tenere in Italia
per chi vuole tornare o da passare ad altre persone che intendono recarvisi in
futuro.
Malaria in calo del 60% in Kenya, a Malindi è quasi sparita.
I dati del Governo parlano di un calo del 42%, ma sulla
costa del Kenya si arriva anche al 60%. La malaria sta scomparendo velocemente
dal Paese e i numeri, mese per mese, lo confermano. La notizia è di quelle
splendide soprattutto per la popolazione locale che fino a qualche anno fa ne è stata vittima, anche per via della scarsa
informazione, delle cure a cui non tutti potevano accedere ed altre motivazione
dovute a noncuranza e poca attenzione da parte dello Stato. Ma è un'ottima
notizia anche per i turisti che da sempre nutrono qualche timore nei confronti
della febbre tropicale e si attrezzano di conseguenza, spesso esagerando con
cure preventive o precauzioni.
Importanti, a tal proposito, sono le statistiche elaborate
dall'Ufficio Sanitario di Malindi. Nei test effettuati su soggetti a rischio,
ad esempio, si è passati da una media del 7% di affetti da malaria cronica, del
gennaio 2007, al 3% dello stesso mese del 2008 e si calcola che in questi mesi
la percentuale si sia ulteriormente ridotta. "Molti elementi concorrono a
questi risultati - spiega Dickson Mugaza, responsabile sanitario di Malindi -
innanzitutto la lenta scomparsa della zanzara anofele, per diversi motivi, poi
l'accessibilità delle cure a tutti, con molti medicinali in distribuzione
gratuita e anche la dotazione di zanzariere anche alla classe meno
abbiente". Ma i numeri sono confortanti non soltanto per quanto riguarda
la cura della malaria nei confronti dei kenioti, ma anche per i residenti
italiani e i turisti. La possibilità di prendere la febbre tropicale è
diminuita vertiginosamente, Nel 2007 i casi segnalati su 90.000 turisti
italiani arrivati sulla costa keniota sono stati 14, ovvero lo 0,0003%. Roba da
Superenalotto.
In pochi anni il Kenya è diventato uno dei Paesi più sicuri
dell'Africa in tal senso. Il merito è in parte italiano. Mauro Saio, primario
del reparto di malattie infettive del Nairobi Hospital, ha fatto parte del team
che nel 1996 ha rivoluzionato le cure per la malaria in Kenya, portando il
Paese ad essere il primo tra quelli in cui il problema esiste, ad introdurre
l'artemisina nei medicinali antimalaria. "Abbiamo sperimentato questo
metodo per primi nel mondo - spiega Saio - grazie alla collaborazione con i
ricercatori cinesi, che per primi hanno messo in atto questa nuova cura.
L'artemisina agisce direttamente sui gametociti della malaria, rendendo di
fatto sterili le zanzare anofele che pungono l'uomo, in modo da impedire loro
di riprodursi. Questo è il motivo principale della quasi estinzione della specie".
Parallelamente sono state messe in commercio altre medicine "del giorno
dopo" veramente efficaci. "In Kenya ormai da qualche anno si trova il
cosiddetto Combination Treatment - illustra il medico italiano - che cura la
malaria e allo stesso tempo ne previene il ritorno. In più il Governo si è
attivato per ridurre i costi dei medicinali, in modo da poter garantirne
l'accesso anche alle classi più povere. E' stata anche bloccata la vendita in
composizione singola, perchè è proprio la combinazione di cure e la sua
completezza a creare i presupposti per debellare la malaria. Ora il Kenya è
all'avanguardia in Africa, da questo punto di vista". Se è vero che oggi
nessuna vaccinazione viene richiesta a chi entra in territorio keniano, è altrettanto
vero che risulta antiquato parlare di profilassi antimalarica, di fronte a una
così scarsa probabilità di prenderla.
PROFILASSI
ANTIMALARICA, PIU' DANNOSA CHE INUTILE
Come spesso accade, ci vogliono avvenimenti tragici e
luttuosi per rilanciare campagne contro chi ignora reali pericoli. In questo
caso però sembra tutto più assurdo: malindikenya.net con tanti medici locali e
residenti, da sempre si batte per convincere turisti, viaggiatori, agenzie,
tour operator, Farnesina e Ministero della Sanità che la profilassi antimalarica
è inutile e dannosa per l'uomo. La profilassi antimalarica non solo serve a
poco, ed è stata palesemente sorpassata da medicinali che agisco solo in caso
sopraggiunga la malaria, ma fa male. Ora anche gli stessi kenioti, che non
hanno certo (in media) la nostra cultura e il nostro welfare (ma se andiamo
avanti così...), possono accedere ai farmaci a base di artemisina. Altri
articoli dicono che la malaria è provocata dal "morso" della zanzara,
perchè è risaputo che l’ anofele ha i denti...i medici spesso consigliano per i
viaggi in Kenya di fare la vaccinazione per la febbre gialla (ultimo caso nel
1981, in un luogo in cui non vedono un bianco dai tempi della rivoluzione dei
Mau Mau.
Dalla nostra inviata dal Kenia,Laura T.